ARTE LIBERATA 1937-1947. Capolavori salvati dalla guerra, una grande esposizione curata da Luigi Gallo e Raffaella Morselli ed organizzata dalle stesse Scuderie in collaborazione con la Galleria Nazionale delle Marche, l’ICCD – Istituto Centrale per il catalogo e la Documentazione e l’Archivio Luce – Cinecittà.
La mostra ha offerto una selezione di oltre cento capolavori salvati durante la Seconda Guerra Mondiale, oltre che un ampio panorama documentario, fotografico e sonoro – riuniti grazie alla collaborazione di ben quaranta Musei ed Istituti – per un racconto avvincente ed emozionante di un momento drammatico per il nostro Paese ma altrettanto lungimirante e fondativo per una nuova coscienza civica.
Un omaggio doveroso alle donne e agli uomini che, nella drammatica contingenza bellica, hanno interpretato la propria professione all’insegna di un interesse comune, coscienti dell’universalità del patrimonio da salvare.
Al centro del progetto espositivo l’azione lungimirante di tanti Soprintendenti e funzionari dell’Amministrazione delle Belle Arti – spesso messi forzatamente a riposo dopo aver rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò – che, coadiuvati da storici dell’arte e rappresentanti delle gerarchie vaticane, si resero interpreti di una grande impresa di salvaguardia del patrimonio artistico-culturale.
Fra questi si annoverano Giulio Carlo Argan, Palma Bucarelli, Emilio Lavagnino, Vincenzo Moschini, Pasquale Rotondi, Fernanda Wittgens, Noemi Gabrielli, Aldo de Rinaldis, Bruno Molajoli, Francesco Arcangeli, Jole Bovio e Rodolfo Siviero, agente segreto e futuro ministro plenipotenziario incaricato delle restituzioni: persone che, senza armi e con mezzi limitati, presero coscienza della minaccia che incombeva sulle opere d’arte, schierandosi in prima linea per evitarla, consapevoli del valore educativo, identitario e comunitario dell’arte.
La mostra ha ricomposto, quindi, la trama di un intreccio impaginato con molti fili: alcuni sono stati già raccontati, altri sono stati dimenticati e riportati alla luce proprio in questa occasione; tutti costituiscono tasselli fondamentali per raccontare una storia eroica e, nella sua complessità, poco nota.
Il laboratorio didattico è stato progettato dal Museo Egizio di Torino.
parliamo di: animali, reperti e amuleti
per: Scuola dell’Infanzia
Un grande fiume, una valle fertile ricca di vegetazione, un immenso deserto. L’Egitto offre panorami molto diversi fra loro, ciascuno dei quali “abitato” da grandi e piccoli animali. Gli antichi egizi, incredibili osservatori della natura, impararono presto ad attribuire a ciascun animale un significato speciale: falchi, serpenti, scimmie e mucche ma anche mosche, scarabei e api divennero presto alcuni dei simboli più rappresentativi della affascinante cultura egizia.
Il laboratorio didattico è stato progettato dal Museo Egizio di Torino.
parliamo di: storie, ruoli e stele
per: Scuola Primaria
La Storia dell’antico Egitto è la somma di tante piccole o grandi storie che hanno attraversato i secoli. Quelle di celebri faraoni, potenti sacerdoti, regine guerriere, scribi e abili artigiani. Le bambine e i bambini partecipanti al laboratorio scopriranno grandi statue, ricchi sarcofagi, sontuosi gioielli e stele funerarie, vere e proprie “carte d’identità” dell’epoca dei faraoni, che regaleranno preziose informazioni sulla vita delle persone a cui sono appartenute.
Il laboratorio didattico è stato progettato dal Museo Egizio di Torino.
parliamo di: simboli e amuleti
per: Scuola Secondaria di I grado
L’universo degli antichi Egizi era popolato di simboli intrisi di mitologia e devozione. L’Ankh, il nodo Tit, il pilastro Djed e il celebre occhio Udjat si trovano su statue di faraoni e dèi ma anche su papiri e sarcofagi.