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Superbarocco

Vedrai una città regale, addossata ad una collina alpestre, superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica signora del mare” (Francesco Petrarca)

La mostra “Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco” coprodotta e progettata insieme alla National Gallery di Washington, l’unico museo pubblico americano, con la speciale collaborazione del Comune e dei Musei di Genova, racconta e celebra lo straordinario periodo del Barocco genovese.

La mostra è curata da Jonathan Bober, a capo del Department of Old Master Prints della National Gallery di Washington, da Piero Boccardo, già direttore del genovese Palazzo Rosso e fra i massimi esperti mondiali della materia e da Franco Boggero storico dell’arte ed esperto di pittura ligure del Cinquecento e del Seicento

.Il percorso espositivo ripercorre, attraverso un corpo di circa 120 opere, provenienti dalle maggiori istituzioni italiane e americane e da prestigiose collezioni private, questo periodo straordinario di esplosione artistica e di fioritura economica della Superba Genova e ne segue le vicende storico artistiche dal culmine dello splendore fino all’appannarsi della sua fortuna politica.

Il fasto e il lusso, declinati con grande determinazione dalle nobili famiglie genovesi, all’interno delle loro dimore, si ritrovano nelle opere esposte alle Scuderie del Quirinale, proprio perché commissionate da questi illustri committenti:  le vesti dei ritratti di Rubens e di Van Dyck, le suppellettili che affollano le tele di Giovanni Benedetto Castiglione, le lussureggianti composizioni barocche di Domenico Piola e di Gregorio De Ferrari, i capricciosi paesaggi di Magnasco il ricorrente impiego di materiali preziosi quali il marmo di Carrara, il pregiatissimo argento e l’ametista, testimoniano l’opulenza del periodo.

La mostra si apre con una meravigliosa sala dedicata a Rubens che anticipa, nelle opere che realizza per i committenti genovesi, la grammatica barocca vera e propria facendola dialogare con un linguaggio ancora precedente: straordinario esempio di questo dialogo è il “Ritratto equestre di Giovan Carlo Doria”. Il racconto prosegue con la risposta di Genova e degli artisti genovesi a questa incredibile sollecitazione artistica che arriva da fuori città. La risposta più importante è sicuramente quella di Bernardo Strozzi, primo grande artista genovese ad assorbire le influenze dei fiamminghi. Nel suo dipinto “La cuoca” (uno degli straordinari prestiti della mostra), considerato uno dei capolavori del naturalismo del 600, infatti, accoglie lo stile di Rubens mescolandolo a una poetica ancora caravaggesca.

Il percorso espositivo segue questa rincorsa alla magnificenza arrivando alla più incredibile stagione della ritrattistica genovese con gli straordinari dipinti di Van Dyck per le più importanti famiglie genovesi: da Palazzo Rosso arrivano i ritratti di “Anton Giulio Brignole-Sale” e “Paola Adorno Brignole-Sale”, dalla National Gallery di Washington “Elena Grimaldi Cattaneo”, e dal The J. Paul Getty Museum di Los Angeles “Agostino Pallavicino in veste di Ambasciatore al pontefice”. Il viaggio nel barocco attraversa poi vari temi tipici della produzione artistica dell’epoca: l’esplosione dei colori e degli elementi della natura nell’Arcadia fantastica del Grechetto, gli esperimenti di controluce nella pittura di interni di Assereto e poi le audaci visioni mistiche di Procaccini, De Ferrari e Piola. Il culmine dello splendore genovese si raggiunge nel lusso, nei fasti e nella ricchezza delle chiese e delle dimore che diventano veri e propri teatri dell’esibizione della propria posizione sociale e politica. Nelle nostre sale troverete la ricostruzione di quelle atmosfere opulente e scenografiche attraverso esempi tipici del barocco per la grande decorazione di interni: dalla macchina della progettualità decorativa fino alla sua realizzazione per restituire intatto il senso di tutta questa meraviglia, del Barocco come linguaggio applicato a ogni campo dell’espressione artistica e creativa.

Questo lungo e stupendo viaggio si conclude con uno degli artisti genovesi più visionari che ha saputo magnificare persino il crepuscolo della Repubblica: Alessandro Magnasco, un unicum nella storia dell’arte grazie alla sua particolare poetica, di cui potremo ammirare, proprio alla fine del percorso, il famoso “Trattenimento in un giardino di Albaro” . Una veduta malinconica e struggente di una Genova ritratta dando le spalle al mare, con in primo piano un gruppo di nobili minuscoli rispetto al panorama, quasi a simboleggiare la loro ininfluenza politica e a celebrare, con eleganza e raffinata tragicità, la fine dei fasti repubblicani, dall’alto delle loro residenze di campagna.

La mostra ci racconta – svelando opere, capolavori e meraviglie di un’epoca intera – la parabola, quasi unica nella storia, di una città divenuta il centro del mondo: Genova, la Superba.

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Attività ed eventi

Incontro

28/05/2024

Il Sublime: il problema della forma nell’Ottocento napoletano

con Sylvain Bellenger, Paolo D’Angelo, Andrea Pinotti

“Egli vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono d’una campana, e nel tempo stesso coll’immaginazione vedrà un’altra torre, un’altra campagna, udrà un altro suono. In questo secondo genere di obbietti [oggetti] sta tutto il bello e il piacevole delle cose. Trista quella vita (ed è pur tale la vita comunemente) che non vede, non ode, non sente se non che gli oggetti semplici, quelli soli di cui gli occhi, gli orecchi e gli altri sentimenti ricevono la sensazione”. Così scriveva nello Zibaldone Giacomo Leopardi a proposito dell’uomo provvisto di immaginazione.



Incontro a teatro

11/06/2024

Teatro dialettale dell’Ottocento

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In pieno Ottocento a Napoli si afferma il teatro dialettale, una cultura alta e internazionale di grande influenza che però riesce anche a conservare una tradizione popolare, mescolando alto e basso e tentando di leggere i mutamenti del presente. E così al Teatro Nuovo di Napoli andarono in scena i nuovi registi di teatro dialettale, da Antonio Pepito fino, a fine secolo, Eduardo Scarpetta.



Incontro

16/06/2024

Musica da salotto nell’Ottocento napoletano

con Francesco Caramiello, Ennio Speranza

Mentre Domenico Barbaja riportava il Teatro San Carlo al centro del mondo musicale internazionale, nelle ricche case della nobiltà e della nuova borghesia si organizzavano ricevimenti e serate musicali. La nostra serata musicale, sulla terrazza delle Scuderie, ci farà immergere proprio in questa fiorente tradizione napoletana, con l’introduzione del musicologo Ennio Speranza e le esecuzioni pianistiche di Francesco Caramiello, allievo di Vincenzo Vitale e di Massimo Bertucci.



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