La maggior parte delle cose che Calvino ha da dirci attengono allo sguardo, alla dimensione visiva: il che equivale a dire, a idee di spazio. Spazi reali, ambienti e luoghi della sua esperienza vissuta; spazi immaginari, frutto di trasfigurazioni ed elaborazioni fantastiche; oggetti concreti, ora descritti con puntigliosa accuratezza, ora sottoposti a ingegnose interpretazioni simboliche; e ancora lo spazio per antonomasia, il cosmo, e gli spazi virtuali evocati o inventati da opere d’arte.
La mostra, grazie al sostegno e alla disponibilità di istituzioni pubbliche e private, nazionali e internazionali, e di numerosi artisti e collezionisti, ha proposto ai visitatori un affascinante percorso attraverso l’immaginario calviniano indagando il rapporto con le arti visive e dando vita ad una vera e propria avventura dello sguardo.
Ciò che ne è emerso è soprattutto la varietà e la ricchezza dei modi in cui lo scrittore ligure ha rappresentato il rapporto dell’uomo con il reale, in un incessante succedersi di prospettive inattese, di mutevoli messe a fuoco, di stimolanti interrogativi. A cento anni dalla nascita Calvino si conferma uno dei più preziosi tra i nostri classici contemporanei: un autore capace di offrire alle nuove generazioni di lettori suggestioni e strumenti per orientarsi nel proprio tempo.
Affrontare il presente richiede infatti di imparare a guardare la realtà circostante con occhi diversi: e, insieme, di rendere visibile ciò che la mente e l’immaginazione concepiscono.
Nella visione di Calvino, razionalità e fantasia si alimentano a vicenda, calcolo e inventiva s’alternano e s’intrecciano, dando vita a un’opera variegata e multiforme, rigorosa e imprevedibile.
In una parola: favolosa.
con Caterina Volpi, Alberto Bianco e Martin Morales
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Il papato Ludovisi, estremamente breve, lasciò tuttavia un segno duraturo. Dopo la prima fase della Controriforma, è proprio papa Gregorio XV ad aprirne una seconda, intensa e di grande innovazione.
con Caterina Volpi e Claudia Caramanna
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Nel 1618, probabilmente per la seconda volta, Guercino si reca a Venezia; l’incontro con la grande pittura veneziana produce su di lui una grande impressione. A questo incontro, tra Guercino e la pittura veneta, si devono le grandi masse colorate che stupiscono i molti davanti ad alcune sue opere, tra le quali anche quelle del periodo romano.
con Raffaella Morselli e Daniele Benati
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Guercino, nella sua formazione e produzione artistica, ha il privilegio di trovarsi nella nativa Cento, tra Bologna e Ferrara, crocevia dell’attività dei Carracci di Bologna ma anche dello Scarsellino e di Bononi, entrambi ferraresi.