Le Scuderie del Quirinale in occasione del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano e insieme alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana ha dedicato una mostra al celebre umanista indagando la sua opera secondo le più aggiornate linee guida museologiche e museografiche, nelle declinazioni legate alla storia dell’ingegneria, del pensiero, della cultura scientifico-tecnologica.
Dalla formazione toscana, al soggiorno milanese, fino al tardo periodo romano, la mostra ripercorreva l’opera di Leonardo sul fronte tecnologico e scientifico e tracciava le connessioni culturali con i suoi contemporanei, per offrire una visione finalmente ampia di questa grande figura, spesso presentata come genio isolato.
Le sezioni della mostra esploravano i grandi temi affrontati da Leonardo sul versante del pensiero tecnico e umanistico, al centro del dibattito degli artisti e tecnologi rinascimentali: lo sviluppo di macchine per i grandi cantieri di costruzione, l’utilizzo del disegno e della prospettiva come strumenti di conoscenza e rappresentazione, l’arte della guerra tra tradizione e innovazione, il vagheggiamento di macchine fantastiche come quelle per il volo, la passione per la rappresentazione dell’elemento macchina in quanto tale, l’ideazione di soluzioni negli ambiti del lavoro e della produzione, la riflessione sulla città ideale e lo studio delle vie d’acqua, la riscoperta del mondo classico e una riflessione su come, nel tempo, sia nato e si sia sviluppato il mito di Leonardo.
con Caterina Volpi e Claudia Caramanna
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Nel 1618, probabilmente per la seconda volta, Guercino si reca a Venezia; l’incontro con la grande pittura veneziana produce su di lui una grande impressione. A questo incontro, tra Guercino e la pittura veneta, si devono le grandi masse colorate che stupiscono i molti davanti ad alcune sue opere, tra le quali anche quelle del periodo romano.
con Raffaella Morselli e Daniele Benati
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Guercino, nella sua formazione e produzione artistica, ha il privilegio di trovarsi nella nativa Cento, tra Bologna e Ferrara, crocevia dell’attività dei Carracci di Bologna ma anche dello Scarsellino e di Bononi, entrambi ferraresi.
con Raffaella Morselli, Caterina Volpi e Stéphane Verger
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Il ritrovamento dell’Ares, che avviene nei pressi dell’allora chiesa di San Salvatore in Campo, suscita grande scalpore per la sua nobile semplicità e quieta grandezza, come la descrisse lo stesso Winckelmann. La grande statua viene considerata la più importante rappresentazione di Marte dell’antichità e ben presto entra a far parte della collezione del cardinale Ludovico Ludovisi.