Tra gli autori della latinità, Publio Ovidio Nasone è sicuramente uno dei più amati; i suoi versi, che parlino d’amore, di miti o delle storie degli dèi restituiscono sempre a ognuno l’immagine di un mondo vivo e culturalmente dinamico. Ma cosa hanno in comune la scrittura e l’immagine? Come sottolineare l’importanza delle parole attraverso le opere? Come raccontare l’importanza nella storia occidentale di un poeta come Ovidio attraverso altre arti, altri artisti, altre forme?
Queste le domande alle quali la mostra delle Scuderie del Quirinale intendeva rispondere in maniera semplice e rigorosa, coinvolgente e sorprendente lungo un percorso tematico che affrontava la vita di Ovidio e l’influenza della sua opera letteraria sia sulla sua epoca che sull’Occidente arrivando fino ai giorni nostri.
Oltre 200 opere tra affreschi e sculture antiche, preziosissimi manoscritti medievali e dipinti di età moderna accompagnavano il racconto della vita del poeta e dei temi al centro dei suoi scritti: l’amore, la seduzione, il rapporto con il potere e il mito.
La mostra, curata da Francesca Ghedini, era l’occasione, nell’alveo del bimillenario ovidiano, per presentare le caratteristiche della società romana della prima età imperiale, ricostruite attraverso il filtro della poesia di Ovidio che nel tempo ha contribuito a delineare i contorni della cultura occidentale.
All’interno delle sale espositive delle Scuderie si snodavano diversi percorsi di visita tra opere, parole ed esperienze di laboratorio e in città un ricco programma di incontri, letture e approfondimenti per scoprire e riscoprire la complessità dell’universo ovidiano.
con Raffaella Morselli e Daniele Benati
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Guercino, nella sua formazione e produzione artistica, ha il privilegio di trovarsi nella nativa Cento, tra Bologna e Ferrara, crocevia dell’attività dei Carracci di Bologna ma anche dello Scarsellino e di Bononi, entrambi ferraresi.
con Raffaella Morselli, Caterina Volpi e Stéphane Verger
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Il ritrovamento dell’Ares, che avviene nei pressi dell’allora chiesa di San Salvatore in Campo, suscita grande scalpore per la sua nobile semplicità e quieta grandezza, come la descrisse lo stesso Winckelmann. La grande statua viene considerata la più importante rappresentazione di Marte dell’antichità e ben presto entra a far parte della collezione del cardinale Ludovico Ludovisi.
con Raffaella Morselli, Caterina Volpi e Simone Verde
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Il cardinale Bentivoglio è uno dei grandi mecenati della Roma barocca, protegge grandi musicisti, come Girolamo Frescobaldi, e grandi artisti come Claude Lorrain, François Duquesnoy e Van Dyck. Quest’ultimo, durante il suo secondo soggiorno romano, riceve proprio dal Cardinale la commissione di un ritratto a figura intera, esposto in mostra e proveniente dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze.