Tra gli autori della latinità, Publio Ovidio Nasone è sicuramente uno dei più amati; i suoi versi, che parlino d’amore, di miti o delle storie degli dèi restituiscono sempre a ognuno l’immagine di un mondo vivo e culturalmente dinamico. Ma cosa hanno in comune la scrittura e l’immagine? Come sottolineare l’importanza delle parole attraverso le opere? Come raccontare l’importanza nella storia occidentale di un poeta come Ovidio attraverso altre arti, altri artisti, altre forme?
Queste le domande alle quali la mostra delle Scuderie del Quirinale intendeva rispondere in maniera semplice e rigorosa, coinvolgente e sorprendente lungo un percorso tematico che affrontava la vita di Ovidio e l’influenza della sua opera letteraria sia sulla sua epoca che sull’Occidente arrivando fino ai giorni nostri.
Oltre 200 opere tra affreschi e sculture antiche, preziosissimi manoscritti medievali e dipinti di età moderna accompagnavano il racconto della vita del poeta e dei temi al centro dei suoi scritti: l’amore, la seduzione, il rapporto con il potere e il mito.
La mostra, curata da Francesca Ghedini, era l’occasione, nell’alveo del bimillenario ovidiano, per presentare le caratteristiche della società romana della prima età imperiale, ricostruite attraverso il filtro della poesia di Ovidio che nel tempo ha contribuito a delineare i contorni della cultura occidentale.
All’interno delle sale espositive delle Scuderie si snodavano diversi percorsi di visita tra opere, parole ed esperienze di laboratorio e in città un ricco programma di incontri, letture e approfondimenti per scoprire e riscoprire la complessità dell’universo ovidiano.
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con Tarek el Awady
Tarek el Awady, curatore della mostra Tesori dei Faraoni, ci conduce, in conversazione con la Professoressa Paola Buzi e il Professor Angelo Colonna dell’Università La Sapienza di Roma, in un viaggio attraverso i grandi tesori esposti nella mostra Tesori dei Faraoni.
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con Gianluca Miniaci
Insieme a Gianluca Miniaci, professore di Archeologia, Lingua e Storia dell’antico Egitto all’Università di Pisa, ci mettiamo sulle tracce di una regina di nome Ahhotep, vissuta verso il 1550 a.C., un periodo particolarmente buio della storia dell’Egitto antico.