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Hiroshige. Visioni dal Giappone

Utagawa Hiroshige, tra i più celebri artisti del Mondo Fluttuante (ukiyoe), fu un maestro capace di portare il paesaggio e la natura al centro della sua produzione, facendone i veri protagonisti. Deve la sua fama allo sguardo del tutto peculiare che lo contraddistingue, definibile “fotografico” perché in grado di restituire dinamismo grazie all’alternanza sapiente di pieni e vuoti e attraverso la costruzione di piani sovrapposti. Un senso di armonia e serenità pervadono le opere dell’artista, tanto da avere stregato i più grandi impressionisti e post-impressionisti europei, primo tra tutti Vincent Van Gogh che copiò ad olio il famoso Ponte di Ohashi sotto l’acquazzone del maestro giapponese.


La mostra, con una selezione di circa 230 opere appartenenti a prestigiose collezioni che provengono da Italia, Giappone e Stati Uniti, permetteva di ammirare il tema della natura declinato dallo stile affascinante e raffinato di Hiroshige: dalle più note serie di vedute quali Cento vedute della Capitale di Edo e Cinquantatre Stazioni di posta del Tokaido, alle silografie policrome di fiori insetti e animali tra le più ammirate, fino ai disegni originali ancora intatti.

Il progetto, curato da Rossella Menegazzo con Sarah E. Thompson, è stata una produzione di Ales S.p.A. Arte Lavoro e Servizi e MondoMostre Skira, con la collaborazione del Museum of Fine Arts di Boston e il Patrocinio dell’Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone e dell’Ambasciata del Giappone in Italia.

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Attività ed eventi

Incontro

19/06/2025

UN SOLO CAMMINO. Concerto finale.

SOLD OUT

con Alessandro Quarta, Evangelina Mascardi, Lincoln Almada

L’arpa gesuita, strumento ancora oggi così denominato in Sudamerica, conserva le caratteristiche organologiche e sonore dello strumento che, nel XVI secolo, fu portato in Sud America dai missionari gesuiti. Da allora, l’arpa ha avuto un ruolo importante nella pratica musicale locale ed è tuttora lo strumento principe della musica tradizionale di molte regioni sudamericane. Il programma musicale proposto riunisce l’arpa diatonica del XVI secolo con la chitarra barocca di fine Seicento. I due strumenti si incontrarono nell’ambiente culturale eterogeneo del Sudamerica di metà Settecento.



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